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Il Convento

La fondazione del convento San Francesco risale al secolo XIII e viene attribuita da sicura tradizione allo stesso San Francesco che, pellegrino ad Amalfi sulla tomba dell'Apostolo Andrea, fondò prima in questa città un convento (oggi hotel Luna) e poi quello in Ravello.

Le Mani

Il Convento

Le Mani

Hotel Luna - Amalfi

Il Convento

Hotel Luna - Amalfi

Ravello - Convento San Francesco

Il Convento

Ravello - Convento San Francesco

Ravello (1), tra le più antiche città della Repubblica amalfitana(2), sede vescovile (1086), sotto le dirette pertinenze papali (3) ospitò, tra i secoli IX – XIII, le più vive esperienze religiose, monastico/mendicanti, connotate di notevole incidenza civile, artistica e culturale, in ambito medioevale (4).

In un particolare squarcio medioevale, all'inizio del secolo XIII, precisamente tra il 1221-22, viene segnalata la presenza minoritica a Ravello, legata ad un presunto viaggio del Poverello d'Assisi nella terra amalfitana ove si sarebbe portato per venerare le reliquie dell'apostolo Andrea, ivi traslate, da Costantinopoli, nel 1208.

Note

(1) Ravello non deriva da Rebellum, cioè da una presunta ribellione cittadina nei confronti di Amalfi (F. PANSA, Istoria dell'antica repubblica di Amalfi, II, Napoli 1724, 59), bensì da un toponimico indoeuropeo, che significa pietra, burrone, dirupo roccioso e scosceso: ciò che topograficamente è Ravello, una collina rocciosa e digradante (G. IMPERATO, Vita religiosa nella costa di Amalfi. Monasteri, conventi e confraternite, Salerno, Palladio, 1981, 459 nt. 1).

(2) Cf. M. CAMERA, Memorie storico diplomatiche dell'antica città e ducato di Amalfi, II, Salerno 1876, 303; G. IMPERATO, Visioni di Ravello, Salerno 1976, 127 nt. 43-44).

(3) M. CAMERA, Memorie, II, 310; G. IMPERATO, Vita religiosa, 486.

(4) L'incidenza culturale, a Ravello, oltre che ai monasteri benedettini di SS. Trinità in Castiglione e di Maria SS. e S. Trifone, rispettivamente, per donne nobili locali ed uomini, si deve anche ai conventi degli ordini mendicanti, segnatamente alle fondazioni di S. Francesco e S. Agostino , il cui patrimonio storico/culturale, va oltre queste note sintetiche e di carattere informativo, verso uno scandaglio archivistico/bibliotecario di maggiore profondità (Cf. G. IMPERATO, Vita religiosa, 454-89).

Consistenti interventi di consolidamento e restauro del complesso monumentale San Francesco sono stati effettuati dopo i seri danni causati dal sisma del 23 novembre 1980. Attiguo alla chiesa è il chiostro San Francesco ( sec.XlII ).

Il Chiostro

Il Convento

Il Chiostro

Il Chiostro

Il Convento

Il Chiostro

Il Chiostro

Il Convento

Il Chiostro

In origine in stile gotico, è stato rimaneggiato in età barocca: avvolto da solare luminosità e tacita francescana armonia.

Chi entra in questo chiostro, oggi, avverte una sospensione secolare e l'affanno diafanico della primitiva sofferenza gotica; il cui salto longitudinale è stato, nei secoli, compresso dalla stanchezza umana che ne ha ritoccato i tratti con la festa barocca degli occhioni, sovrapposti alle nitide arcate del secolo XIV: espressione di una diversa estetica della luce e di un diverso atteggiamento spirituale dei Conventuali dei vari stati dell'evoluzione ecclesiale. L'elemento lustrale, con il pozzetto al centro del quadrato, la sua funzione deambulatoria nelle prossimità del corpo della chiesa, ne evidenziano la funzione spaziale di introduzione allo spazio sacro/chiesa: quasi materiazione architettonica di quella coniugazione luminosa tra il Sole/Cristo che, nell'abbinamento degli elementi gotico/barocchi, esprime qui la sofferenza dei primordi e il rifiorire della Riforma Cattolica all'interno dei Conventuali.

Chi riesce a percepire e meditare il senso di questa spazialità, si accorge di quanto siano consunte le parole 'profetismo' e 'cultura'. Esse si sono materiate negli uomini e nelle pietre: e, sulla strada dolorosa dell'esodo, cui furono costretti varie volte i religiosi, significarono la continua ricera del volto di Dio nell'umile spazio fancescano di questo chiostro.Cristoforo Bove

Lo spazio suggestivo del chiostro ospita prestigiose mostre pittoriche e concerti di musica classica.

Se ricca e gloriosa è la storia dell'illustre cittadina di Ravello, altrettanto significativa e incisiva è stata la storia culturale e spirituale del convento San Francesco lungo i secoli. Prestigiosa la presenza del Dottor Serafico San Bonaventura da Bagnoregio (+ 1274) che, come viene riportato nelle opere del Pansa, del Camera e del Mansi, "in hoc cenobio" insegnò "pubblice" filosofia e teologia.

Per oltre mezzo secolo (fino agli anni settanta) il convento San Francesco è stato sede del Collegio-Serafico dei Frati Minori Conventuali, ove sono stati educati e formati moltissimi aspiranti alla vita francescana.

Ravello (Sa) lì 19 dicembre 1934<br />COLLEGIO SERAFICO DEI FRATI MINORI CONVENTUALI<br/>( III, IV , V Ginnasiale)

Il Convento

Ravello (Sa) lì 19 dicembre 1934
COLLEGIO SERAFICO DEI FRATI MINORI CONVENTUALI
( III, IV , V Ginnasiale)

Ravello (Sa) lì 19 dicembre 1934<br />COLLEGIO SERAFICO DEI FRATI MINORI CONVENTUALI<br />( III, IV , V Ginnasiale)

Il Convento

Ravello (Sa) lì 19 dicembre 1934
COLLEGIO SERAFICO DEI FRATI MINORI CONVENTUALI
( III, IV , V Ginnasiale)

Varie figure di francescani vissuti nel convento San Francesco sono rimaste vive e impresse nella pietà popolare; fra quelle più vicine ai nostri tempi : fra Ludovico e Padre Andrea Sorrentino.

Fervore e iniziative varie animavano la vita della comunità religiosa dei Frati Minori Conventuali di Ravello all'inizio del '900. Preziosa e incisiva in questo periodo la nascita della rivista " LUCE SERAFICA ", che per molti anni ha diffuso il messaggio evangelico e lo spirito di Francesco d'Assisi.

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Anche il vescovo di Tursi-Lagonegro, Mons. Francesco Nolé dei Frati Minori Conventuali ha ricevuto la sua prima formazione presso la tomba del Beato Bonaventura.

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Il Beato Bonaventura da Potenza avrà sorriso quando il Padre Francesco Nolè, Ministro Provinciale della Provincia Napoletana dei Frati Minori Conventuali, è stato eletto Vescovo di Tursi-Lagonegro. Il Beato avrà anche ringraziato il Padre Francesco per la passione e l'amore con cui si è impegnato a risvegliare nei fedeli l'interesse e la devozione per il grande figlio della terra lucana, diffondendone il messaggio evangelico e francescano. Ora il Beato accompagnerà e sosterrà il novello Vescovo nella impegnativa missione apostolica.