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Fratelli Mansi

Due Testimoni di santità e di servizio che hanno onorato la città della Costiera

Sull'ultimo scorcio del secolo XIX la divina Costiera sperimentò un notevole flusso migratorio verso le Americhe e il Nord Europa, in particolare verso l'Inghilterra, dove approdarono Maria Michela e Bonaventura Mansi, coniugi ravellesi, genitori di fra Antonio (Londra 1896 - Roma 1918) e P. Bonaventura Mansi (Londra 1900 - Napoli 1964): il primo confondatore della «Milizia dell'Immacolata» con san Massimiliano Kolbe (+ 1941) nel Collegio serafico internazionale romano dei Frati Minori Conventuali (1917), il secondo benemerito difensore della città di Assisi nel secondo conflitto mondiale e Ministro Provinciale dell'Alma Provincia di Napoli (1955-1964).

fra Antonio Mansi

La breve vicenda terrena di fra Antonio, di appena 22 anni di vita, muove i primi passi a Londra per poi trasferirsi a Ravello (1905), dove entra tra i Frati Minori Conventuali del locale convento di san Francesco, il santuario che custodisce i resti mortali e la memoria spirituale del B. Bonaventura da Potenza (+ Ravello 1711). Gli studi lo portano a Bagnoregio, Assisi, Montottone Marche e a Roma, dove viene ammesso agli studi teologici nel 1915 e dove emette i voti solenni e riceve gli Ordini Minori nella chiesa di sant'Andrea della Valle, mentre venivano ordinati sacerdoti san Massimiliano Kolbe e l'altro napoletano confondatore della M.I. P. Enrico Granata (+ 1964). Colpito da febbre spagnola Fra Antonio si coricò il 23 ottobre del 1918, quarto giorno dei santi Esercizi spirituali annuali del collegio, e il 31, alle ore 9, passando dalla preghiera ad una breve agonia, assistito dal suo Padre Rettore il celebre P. Stefano Ignudi (+ 1945), spirò in età di 22 anni, mesi 4 e giorni 20, e fu sepolto al cimitero del Verano, dove tutt'ora riposa, in attesa di portare le sue spoglie mortali nel santuario francescano-bonaventuriano di Ravello per essere collocate accanto a quelle del fratello minore Padre Bonaventura.

Il 25 novembre 2004, l'urna contenente i resti mortali di fra Antonio Mansi (+1918) viene tumulata nella chiesa san Francesco in Ravello, accanto alle spoglie del suo fratello padre Bonaventura (+1964)

Lo stesso Padre Kolbe, che conoscerà la famiglia Mansi a Ravello, dove si reca per un periodo di riposo estivo (4 giugno - 8 luglio 1919), ricorda spesso questo giovane poliglotta e lo saluta con espressioni quali «musico e poeta», «anima eletta, religioso esemplare, santo chierico, di santa memoria, splendida anima,»; mentre il suo Rettore Padre Ignudi lo segnala come «un santo nascosto» e il Registro del Collegio annota: «sanctissime obiit in collegio die 31 octobris 1918. Alumnus optimae spei in Pont. Schola Superioris Musicae Sacrae».

fra Antonio Mansi

Padre Bonaventura Mansi, fratello minore, percorre analoghi sentieri fino ai vertici del governo dell'Ordine, segnalandosi come cultore di scienze letterarie e teologiche, come formatore di coscienze e di altissima prudenza nelle varie delicate mansioni di governo alle quali fu chiamato già in giovanissima età. Londra, Ravello, Assisi e Roma (1900-1923) sono i sentieri principali che portano fra Bonaventura dalla nascita agli studi ginnasiali e filosofico-teologici nel Collegio internazionale, dove era morto il fratello e dove egli stesso emetterà i voti solenni (1923), prima di ritornare alla sua Ravello, addetto alla formazione dei giovani ginnasiali (1923-1928). Dopo breve permanenza ad Aversa (1928-1931) lo incontriamo a Roma presso il Collegio di studi superiori alla Vigna antoniana (1931-1933), dove incontra anche san Massimiliano Kolbe, che gli parla del santo fratello Antonio, del quale intende scrivere una biografia. Quindi ad Assisi (1933-1937): qui la benemerita Crociata Missionaria Francescana aveva organizzato un Collegio fin dal 1927 che, con quelli di Amelia (1924), di Roma (1925) e di Brescia (1928), significò una reale ripresa dell'Ordine per le aperture missinonarie pastorali e culturali che le seppero conferire l'ideatore P.M. Domenico Tavani, Ministro Generale (1919-1924, 1930-1936; + 1938) e i successori, che la sostennero quali Alfonso Orlini (1924-1930) e Beda Hess (1936-1953). Ad Assisi Padre Bonaventura rimase come Rettore e Custode del Sacro Convento, benemerito per aver evitato alla città di Assisi gli orrori e le distruzioni della guerra (1937-1945).

Animatore e divulgatore della teologia francescana propagò gli Studi di Teologia per i laici a Firenze, Padova, Napoli, Perugia, Assisi, Viterbo, Albano, Potenza e Messina (1945-1948); infine Segretario e Assistente Generale dell'Ordine (1948-1950). Procuratore e Vicario Generale (1950-1954), resse l'Ordine, in qualità di Vicario, dall'agosto 1953 al febbraio 1954 per la morte sopravvenuta del P.M. Beda Hess. Nel Capitolo Provinciale di Portici (1955) fu eletto Ministro Provinciale reggendo la fraternità fino alla morte avvenuta a Napoli, nell'Ospedale «Ascalesi» il 25 novembre 1964 alle ore 17.30, povero tra i poveri, in una corsia comune, come egli stesso aveva desiderato da francescano autentico.

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Accomunati nella vocazione francescana

Figli di Francesco d'Assisi, questi due ravellesi appartengono alla schiera di italiani nati nelle terre dell'itineranza migratoria dei modesti genitori; accomunati nella vocazione francescana, il più giovane Antonio esaurì la breve esistenza in un lampo di santità ed estasi musicale nel ricordo della tomba del beato Bonaventura per il quale scrisse l'immortale inno «Dinanzi alla mirifica», musicato dal Maestro P. Domenico Stella; P. Bonaventura, invece, segnò la vita dell'Ordine e della Provincia con la sua personalità tenace e i suoi ritmi serrati, nascondendo nella modestia francescana altissime qualità di formatore di coscienze e uomo di governo. Ricordando questi due figli della migrazione la città di Ravello si è riappropriata di una pagina significativa della sua storia, materiata di duro lavoro, ma sempre nell'incanto di quei dirupi bagnati da vari torrenti. Sotto il porticato, antistante la chiesa di s. Francesco, dove è stata scoperta una lapide alla «Memoria», si erano dati appuntamento centinaia di ravellesi, testimoni di questo angolo di burroni, tra cielo e terra, nel grido spirituale degli antichi monasteri medievali, sospesi nella solitudine dello spirito, che alimentò i due giovanetti, Antonio e Bonaventura, che nel 1909 e nel 1913, rispettivamente, bussarono alla porta del convento per porsi alla sequela di Francesco.

Un giorno solenne che ha segnato i cuori

È stato il sindaco di Ravello dott. Secondo Amalfitano e la Giunta a voler questa V «Giornata della Memoria» dal titolo: «Il presente: un ponte tra passato e futuro». Bambini, bambine, ragazzi e ragazze delle elementari e delle medie si sono ritrovati nella chiesa francescana per ascoltare alcune riflessioni su questi fratelli ravellesi che hanno dato lustro alla città della divina Costiera. Nell'Aula Magna della biblioteca del monumentale complesso francescano è stata anche proiettato per i giovani e le giovanissime il film «Assisi Underground» di Alexander Ramati. Sono stati poi, nel pomeriggio, il Sindaco Amalfitano, l'Assessore Ulisse Di Palma, Padre Francesco Capobianco, guardiano del Convento di san Francesco, Padre Alfredo Avallone, Rettore del «Franciscanum» di Assisi, Padre Gianfranco Grieco e lo storico Padre Cristoforo Bove a riproporre le due figure dei fratelli Mansi che hanno segnato il cammino storico, spirituale e francescano dell'Ordine serafico negli anni del XX secolo. Alla commemorazione erano presenti i nipoti ed i pronipoti ravellesi dei fratelli Mansi e numerosi concittadini che hanno conosciuto ed apprezzato l'opera del Padre Bonaventura che, con la sua lungimirante azione, ha dato a Ravello, «Città della Musica», un'impronta francescana e bonaventuriana che ancora oggi, con riconoscenza, porta nella memoria e nel cuore.Gianfranco Grieco

GIORNATA DELLA MEMORIA 2003
UN TRIBUTO ALLA VITA DEI FRATELLI
ANTONIO E BONAVENTURA MANSI CONVENTUALI DA RAVELLO

fra Antonio Mansi

Quando abbiamo istituito la 'GIORNATA DELLA MEMORIA' non pensavamo di trovare un numero così vasto di uomini e fatti della storia recente della nostra Ravello che meritassero il novero e la riscoperta. Questa "sorpresa" ci induce ad una riflessione che non è un titolo di merito per la società contemporanea: l'uomo preso dal vortice frenetico dello sviluppo e dell'evoluzione, sembra quasi aver dimenticato che esistono valori sui quali l'umanità ha costruito secoli di storia. Anche gli esempi più fulgenti d'incarnazione di detti valori, vengono sempre più spesso celebrati per un giorno, per un attimo fuggente, e subito consegnati all'oblio. L'auspicio e l'augurio che facciamo a noi stessi prima, e a tutti i partecipanti a questa edizione della 'Giornata della Memoria' poi, è quello di ripescare dall'oblio le testimonianze raccolte e trasferirle nella nostra quotidianità, affinché dal loro esempio fulgido possiamo trarre ogni utile indicazione per il nostro futuro e per quello dell'umanità.

I fratelli Antonio e Bonaventura, della famiglia dei Frati Minori Conventuali come religiosi, e della famiglia Mansi come cittadini di Ravello, hanno meritato pienamente la dedica di questa Giornata della Memoria 2003. Con le loro azioni ed il loro esempio, oltre a dare lustro a questa terra, essi hanno offerto a tutti un punto di riferimento straordinariamente orientante, ancora più attuale nella società contemporanea, che non nel contesto storico temporale della loro vita.

Il desiderio che soprattutto le nuove e future generazioni potessero venire a conoscenza dell'esistenza e della vita di questi due straordinari nostri concittadini, ci ha indotto a raccogliere e pubblicare le testimonianze su di loro, coscienti che questo volume può rappresentare una vera e propria "testata d'angolo" per la costruzione di un mondo migliore.Secondo Amalfitano - Sindaco di Ravello